Associazioni e Latteria Soligo ancora una volta unite nella sensibilizzazione contro i Disturbi dell’Alimentazione

Associazioni e Latteria Soligo ancora una volta unite nella sensibilizzazione contro i Disturbi dell’Alimentazione

latteria soligo
Con lo scopo di raggiungere quante più famiglie possibile, anche quest’anno l’Associazione Fenice Odv di Portogruaro, capofila del progetto, si è rivolta alla Latteria Soligo, storica ed importante cooperativa lattiero-casearia molto presente nei territori Veneti e con uno spirito sociale consolidato, confermato dall’impegno di stampare sulle confezioni del latte il forte messaggio di vicinanza e sostegno pensato dalle associazioni verso chi soffre:
“Le associazioni del Veneto e Friuli Venezia Giulia offrono attività di mutuo sostegno a genitori e familiari di persone affette da disturbi del comportamento alimentare come anoressia e bulimia, NON SIETE SOLI! Contattateci per trovare un aiuto concreto e superare l’isolamento”
Nel periodo natalizio migliaia di confezioni di latte sono state distribuite in Veneto, Friuli, Trentino, e buona parte del nord e del centro Italia con il logo del Coordinamento Nazionale DCA e delle associazioni del Veneto e del Friuli.
Le persone affette da un disturbo dell’alimentazione e le Associazioni coinvolte ringraziano di cuore la Latteria Soligo. Azioni come questa fanno la differenza.
Associazione Fenice Onlus (Portogruaro, Venezia, Treviso, Padova)
info@feniceonlus.it
+39 335 6400875
Associazione Fenice FVG (Udine, Gorizia)
fenicefvg@libero.it
+39 331 4353265
Fenice Fvg Odv
Associazione Margherita Fenice Belluno
assmargheritabl@libero.it
+39 349 445 1488
Associazione Margherita Fenice Belluno
Associazione Midori (Vicenza)
info@associazione-midori.it
+39 347 9634036
Associazione Midori
Associazione La Crisalide Lilla (Verona)
info@lacrisalidelilla.it
+39 370 3359068
La Crisalide Lilla
Associazione L’Abbraccio (Treviso)
abbraccio.dcatv@gmail.com
+39 338 2735258
Associazione L’Abbraccio
Coordinamento Nazionale DCA
info@coordinamentonazionaledca.it
Coordinamento nazionale disturbi alimentari
Con lo scopo di raggiungere quante più famiglie possibile, anche quest’anno l’Associazione Fenice Odv di Portogruaro, capofila del progetto, si è rivolta alla Latteria Soligo, storica ed importante cooperativa lattiero-casearia molto presente nei territori Veneti e con uno spirito sociale consolidato, confermato dall’impegno di stampare sulle confezioni del latte il forte messaggio di vicinanza e sostegno pensato dalle associazioni verso chi soffre:
“Le associazioni del Veneto e Friuli Venezia Giulia offrono attività di mutuo sostegno a genitori e familiari di persone affette da disturbi del comportamento alimentare come anoressia e bulimia, NON SIETE SOLI! Contattateci per trovare un aiuto concreto e superare l’isolamento”
Nel periodo natalizio migliaia di confezioni di latte sono state distribuite in Veneto, Friuli, Trentino, e buona parte del nord e del centro Italia con il logo del Coordinamento Nazionale DCA e delle associazioni del Veneto e del Friuli.
Le persone affette da un disturbo dell’alimentazione e le Associazioni coinvolte ringraziano di cuore la Latteria Soligo. Azioni come questa fanno la differenza.
Associazione Fenice Onlus (Portogruaro, Venezia, Treviso, Padova)
info@feniceonlus.it
+39 335 6400875
Associazione Fenice FVG (Udine, Gorizia)
fenicefvg@libero.it
+39 331 4353265
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Associazione Margherita Fenice Belluno
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Associazione Midori (Vicenza)
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Associazione L’Abbraccio (Treviso)
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Coordinamento nazionale disturbi alimentari

Il Prof. Stefano Vicari: “Vaccinare i bambini è un atto di protezione e generosità” Intervista al Primario di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Bambin Gesù: corretta informazione antidoto per genitori timorosi

 

“Vaccinare i bambini è un atto di generosità e il vaccino è innocuo”. Prof. Stefano Vicari.

Negli Stati Uniti il programma di vaccinazione contro il Covid-19 per i bambini è completamente attivo dall’8 novembre e questa settimana l’immunologo Anthony Fauci insieme all’ex Presidente Barack Obama hanno fatto visita alla Kimball Elementary School, di Washington, per incoraggiare le famiglie a non avere timori. Il via libera atteso in Italia, dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), è seguito all’autorizzazione al vaccino per i bambini tra i 5 e 11 anni, dell’ Agenzia europea per i medicinali (Ema) e la campagna partirà il 16 dicembre. “È necessario che i genitori dei bambini comprendano l’importanza di ricorrere al vaccino e l’assoluta sicurezza”. Lo afferma il Professore Stefano Vicari, primario dell’unità operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Bambino Gesù, che spiega dal punto di vista scientifico, medico e sociale alle famiglie confuse perché vaccinare è come un abbraccio protettivo dato ai propri figli.

Professore perché è necessario vaccinare i più piccoli? 

“Per diversi motivi. I virus vivono grazie al fatto che trovano degli organismi in grado di ospitarli. Il fatto che ci sono persone piccole che non sono vaccinate consente loro di ospitarlo, di riprodursi e di sopravvivere. Vaccinarli significa limitare la circolazione del virus affinché non trovi casa dove riprodursi felicemente. Inoltre anche se è vero che la malattia nei bambini è meno grave rispetto agli adulti, ci sono stati casi di morte all’interno della popolazione pediatrica, per chi aveva già delle fragilità. In ultimo è importante ricordare che se il virus continua a moltiplicarsi, costruisce nuove varianti più aggressive”.

Varianti come la Omicron che possono essere pericolose anche per i bambini?“Certo, non dobbiamo far comparire varianti che possano avere elementi dannosi anche per i più piccoli. Vale la pena ricordare che il vaccino è innocuo. Tra i milioni di vaccinati non ci sono state segnalazioni di casi temibili. Prima lo blocchiamo e meglio è”.

Ha riscontrato un incremento dei casi nelle fasce dei più giovani in questo ultimo periodo?

“I casi di infezione nei più piccoli sono nettamente aumentati, i dati del nostro ospedale lo documentano in modo chiaro. Nella sede del Bambino Gesù di Palidoro, centro Covid regionale per la pediatria, abbiamo avuto una riduzione dei ricoveri grazie alle vaccinazioni tra i 12-17 anni ma negli ultimi mesi, soprattutto novembre, c’è stato un aumento marcato dei più piccoli non vaccinati. È evidente che il vaccino protegge”.

Molti sono i genitori desiderosi e molti invece sono riluttanti. Perché c’è tanta paura? 

“Mi sembra di registrare una grande sfiducia nella scienza. In Italia ci sono molti negazionisti forse perché anche noi abbiamo fatto un’informazione non proprio corretta, abbiamo sempre detto tutto e poi il contrario. Ai genitori che hanno paura dico: noi ci vacciniamo regolarmente. Chiunque fa un viaggio in oriente si sottopone a una serie di vaccinazioni e se i miei figli non si sono vaccinati contro il vaiolo, ma io si, è perché è scomparso grazie al vaccino”.

Cosa suggerisce per tramutare lo scetticismo in consenso?

“La corretta informazione anche se non credo che sia sufficiente perché una quota minima diffidente nei confronti della scienza ci sarà sempre. Ci sono persone che anche di fronte all’evidenza negano la realtà. Chi ha responsabilità governative deve tutelare la salute generale rispetto le scelte irrazionali dell’individuo”.

È previsto uno sportello all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù per i genitori che permetta discussioni informative?

“Noi abbiamo una serie di attività informative sul sito dell’ospedale e sulla pagina Facebook, ci sono dirette in cui ospitiamo pediatri ai quali le famiglie possono fare domande direttamente ed esprimere i loro dubbi. Per la parte psichiatrica abbiamo una linea attiva 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana. La possibilità di accogliere le richieste dei genitori avviene in modo costante”.

I vaccini tutelano la salute dei bambini ma quanto ne giovano anche in termini di benessere emotivo e fisico, per riprendere a condurre una vita sociale che si avvicini il più possibile alla normalità? 

“Se tutti fossimo vaccinati anche l’incertezza che c’è nelle scuole sarebbe ridotta. La chiusura degli istituti scolastici è uno dei fattori più destabilizzanti per un bambino e soprattutto per un adolescente, il forte aumento delle malattie mentali e di richiesta di aiuto per la salute mentale che stiamo registrando per gli adolescenti è conseguenza diretta delle mancate relazioni”.

Molti sono gli adolescenti vaccinati. 

“Gi adolescenti hanno aderito con un forte senso di responsabilità, le sacche di resistenza più importanti al vaccino ci sono tra i 40-50 anni e qualcuno oltre i 60. La quota di egoismo sociale, perché certo vaccinarsi è una scelta individuale ma anche una responsabilità che ci si assume rispetto la collettività, è guidata da una generazione che si sta dimostrando meno attenta ai bisogni degli altri”.

“Non dobbiamo far comparire varianti che possano avere elementi dannosi anche per i più piccoli”. Professore Stefano Vicari

I bambini possono avere paura del momento dell’iniezione e il contesto pandemico ha in certi casi acutizzato il timore. Si può gestire e modulare positivamente l’esperienza? 

“Si, preparandoli all’importanza del gesto che sia sta compiendo. Dobbiamo imparare ad accompagnare i bambini a gestire le piccole frustrazioni, come la puntura di un ago, e per loro non può che essere un vantaggio. La giornata della vaccinazione può tramutarsi in una giornata speciale, c’è la possibilità di fare colazione con mamma e papà. È benefico per loro se l’esperienza si trasformi in un gesto di generosità nei confronti degli altri”.

I bambini con disabilità li mette al primo posto?

“Assolutamente si. Come per i ragazzi autistici che sono stati tra le prime popolazioni speciali a ricevere il vaccino. Faccio e facciamo una forte campagna di sensibilizzazione nei confronti dei genitori di bambini con disabilità e bisogni speciali perché li vaccinino. In caso di fragilità è di assoluta importanza, e dico si a tutti, a meno che non ci siano controindicazioni di tipo pediatrico”.

Qual’è la pillola di comunicazione medico-paziente che si sente di  prescrivere a tutti i genitori?

“Che noi ci vacciniamo anche per gli altri, questo nostro piccolo atto di generosità si trasforma in un vantaggio per tutta la collettività. Dobbiamo un può guardare fuori da noi stessi e immaginare il mondo che ci circonda”.

I bambini vanno controllati, sempre” dice lo psichiatra infantile

Il neuropsichiatra dell’infanzia Stefano Vicari spiega i rischi dell’utilizzo di social e internet da parte di giovani in età inferiore ai 12 anni.

Bambini soli con gli smartphone? "Insidie reali e sconosciute"
Marvin Recinos, Getty Images/Archivio

Lasciare i propri bambini da soli e con la piena libertà di navigare su internet e sui social network attraverso uno smartphone? Mai. A consigliarlo ai genitori è il responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, Stefano Vicari, che in un’intervista al quotidiano La Repubblica prova ad offrire il proprio punto di vista ed il proprio contributo a partire dalla drammatica vicenda di Antonella Sicomero, la bambina di 10 anni morta a Palermo probabilmente a causa di una sfida raccolta attraverso il social Tik Tok.

Un genitore lascerebbe mai un bambino attraversare la strada da solo a 10 anni? Per il cellulare vale la stessa regola“, spiega Vicari, ricorrendo ad una metafora forte tanto quanto chiara. “Tutti noi adulti dobbiamo essere consapevoli che nella maggior parte dei casi le letture e le interpretazioni che un bambino dà di ciò che vede sui social sono dannose“, prosegue ancora il neuropsichiatra, che sottolinea come – per i genitori con figli ancora piccoli – la raccomandazione sia “sempre la stessa: verificare l’uso che i bambini fanno degli smartphone“. Senza lasciare loro piena libertà di muoversi nella rete, dove messaggi e comunicazioni fuorvianti e pericolosi possono essere all’ordine del giorno. “Negli Usa le linee guida dei pediatri richiedono che i bambini non vedano la televisione da soli prima dei 5 anni e non utilizzino uno smartphone prima dei 12. Le insidie sono reali e sconosciute per noi adulti“, dice ancora Vicari.

In questi giorni, la vicenda di Palermo ha scatenato una miriade di commenti e valutazioni, spesso affrettate e non sufficientemente documentate – oltre che quasi sempre poco rispettose del dolore dei familiari della piccola Antonella. “Non possiamo dire che i social siano la causa dell’autolesionismo“, precisa il medico del Bambino Gesù, “ma possono diventare strumento se non veicolo. Tra i giovani che vengono in cura da noi abbiamo registrato tanti casi di emulazione nati proprio dai social o più in generale da internet e ragazzi che si confrontano su quanti tagli si sono fatti sul corpo“.

Ad aggravare ulteriormente i pericoli e le insidie che, potenzialmente, la rete nasconde per le fasce più giovani della popolazione, è arrivata la pandemia, con le pesanti limitazioni alla libertà di movimento: più tempo passato in casa si traduce, nella stragrande maggioranza dei casi, in più tempo passato su internet e sui social: “Abbiamo registrato che l’uso dei cellulari e dei social è aumentato tantissimo in questi mesi“, conferma Vicari. “Molti nostri giovani pazienti ci raccontano che in questo periodo trascorrono ore intere sui social e questo ha un effetto dannoso sulla loro psiche“.

In generale, spiega ancora il neuropsichiatra, l’autolesionismo è un fenomeno particolarmente diffuso tra i giovani, tanto da riguardare in media un ragazzo su quatto, in Europa: “Il 25% dei giovani europei e il 20% degli italiani lo pratica. Per molti di loro la causa primaria è la depressione, ma anche l’angoscia, la noia, e il desiderio smodato di adrenalina“.

Tutti elementi amplificati dal difficile contesto imposto dalla crisi pandemica e che possono trovare, sui social network, canali di diffusione potentissimi, rendendo ancor più alto il rischio di emulazione. E probabilmente non è un caso che anche alcuni giganti della tecnologia – che proprio grazie allo sviluppo di internet e dei social network hanno costruito imperi economici – adottino regole ferree quando si tratta di regolamentare l’utilizzo di questi strumenti da parte dei loro figli. E’ il caso di Bill Gates, fondatore di Microsoft, che, come dichiarato in un’intervista a The Mirror, spiega di aver fissato orari in cui ai suoi ragazzi è sempre proibito l’utilizzo di dispositivi elettronici – durante i pasti e prima di andare a dormire. Inoltre, Gates non ha permesso ai propri figli “di utilizzarli prima dei 14 anni, nonostante si siano sempre lamentati di non essere ‘al passo’ con gli altri compagni“.

Stefano Vicari – Neuropsichiatra: effetto Covid sui ragazzi

 

Potrebbe essere un'illustrazione

Stefano Vicari – Neuropsichiatra: «Molti ragazzi che prima dell’emergenza Covid non presentavano alcun disturbo psicologico hanno iniziato a manifestare reazioni emotive e sintomi comportamentali tipici di una condizione di stress prolungato. Tra i sintomi, quelli più frequentemente riportati sono un aumento dell’irritabilità e dell’aggressività o, al contrario, chiusura relazionale e insonnia, reazioni esagerate di paura rispetto a stimoli non significativi e, in alcuni casi, forte dipendenza dall’uso di strumenti elettronici. A proposito di questo, i nostri dati indicano sostanziali modifiche nello stile di vita dei ragazzi ai tempi del Covid. Il 41% degli adolescenti e preadolescenti da noi intervistati ha riferito un minore investimento nello studio nonostante la didattica a distanza e, nel 35% dei casi, un aumento significativo del tempo, stimabile come superiore alle 4 ore, trascorso a letto o a dormire anche durante le ore diurne. Parimenti al minor tempo dedicato allo studio, il 67% dei ragazzi ha riferito un aumentato uso di videogiochi o di dispositivi elettronici: anche in questo caso, il tempo trascorso utilizzando tali dispositivi è stato superiore alle 4 ore al giorno. Gli stessi social network, per quanto abbiano rappresentato l’unica finestra sul mondo per i nostri ragazzi, li hanno resi spesso più vulnerabili, trasformandoli in potenziali vittime di sfide pericolose»

L’Associazione Margherita  Fenice Belluno aderisce a

logo coordinamento nazionale disturbi alimentari                                              LOGO FENICE

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