Anoressia nervosa

L’ anoressia nervosa è uno dei disturbi alimentari più importanti, insieme alla bulimia. Ciò che contraddistingue l’anoressia nervosa è il rifiuto di mangiare qualunque alimento da parte della persona, con la paura ossessiva di ingrassare. Nelle forme più gravi possono svilupparsi malnutrizione, inedia, amenorrea ed emaciazione. Le sue origini sono molto antiche. Coinvolge nella sua evoluzione funzioni psicologiche, neuroendocrine, ormonali e metaboliche.

Le cause che portano allo sviluppo di una anoressia nervosa non sono del tutto chiare, le origine di tale disturbo sono multiple, ovvero esistono delle cause predisponenti di natura sia biologica, che sociale, che psicologica su cui si sovrappongono ad un certo punto dei fattori scatenanti che portano allo sviluppo della malattia.

Sintomatologia

I criteri standard raccomandati dai manuali psichiatrici per fare diagnosi di anoressia nervosa sono attualmente:

una magrezza estrema (non costituzionale ma volontaria), con rifiuto di mantenere il peso al di sopra di una soglia minima di peso ritenuta normale (il peso del soggetto deve essere sotto l’85% del peso previsto in base all’età ed alla altezza e/o l’indice di massa corporea – BMI -inferiore a 17,5)

una forte paura di ingrassare anche in presenza di un evidente sottopeso

una preoccupazione estrema per il peso e l’aspetto fisico, che includa sia una alterazione del vissuto corporeo, sia una importanza eccessiva data al peso nei riguardi della propria autostima, o ancora il rifiuto di ammettere la gravità delle proprie condizioni fisiologiche. Costituisce il fattore di rischio più elevato il non essere soddisfatti del proprio corpo

nei pazienti di sesso femminile, un’amenorrea (sospensione del ciclo mestruale) da almeno tre cicli consecutivi dopo il menarca.

Il disagio psicologico può esprimersi attraverso l’ansia o la depressione, ma in ogni caso chiama in causa legami e modelli culturali. Si stanno effettuando studi per comprendere quali siano gli impatti di tali disturbi sui familiari dei soggetti colpiti dall’anoressia nervosa.

Manifestazioni minori

Diminuzione della densità minerale ossea che porta a manifestazioni quali l’osteopenia, e la sua forma più grave, l’osteoporosi.

Diminuzione del desiderio sessuale (arrivando all’impotenza per gli uomini)

Deficit di zinco, la cui somministrazione è prevista come terapia nutrizionale aggiuntiva (in dosi di 14mg al giorno)

Cefalea

Carie dentaria

Diminuzione della capacità di concentrazione sotto stress, soprattutto nei casi di lunga durata, mentre in condizioni normali non si notano alterazioni.

Ipoglicemia, derivato da un’anomala secrezione dell’ormone peptidico glucagone.

Pancreatite cronica e la forma acuta sono correlate all’anoressia e alla malnutrizione in genere, anche se non è chiara come nasca la patologia.

Diminuzione della conta dei Lucociti nel sangue, dovuto ad anomalia del IGF-I

Tipologia

È possibile individuare due sottotipi di anoressia nervosa a seconda che la paziente presenti o meno condotte di eliminazione che esulino dal normale rifiuto di cibo quali (vomito autoindotto, uso esagerato di lassativi, diuretici, o clisteri). Si parla di anoressia di tipo Restrittivo, se non mostra elementi di tal genere o con alimentazione compulsiva/autoliberatoria se invece manifesta tali comportamenti.

Differenze con la bulimia nervosa

Differenza Anoressia nervosa Bulimia nervosa
Peso Il peso rimane costantemente basso, sotto la media BMI Il peso rimane sulla norma, non si notano differenze di rilievo
Decade di incidenza maggiore (quando compare il disturbo) Si presenta nella prima giovinezza della persona Compare nella forma adulta
Richiesta di aiuto La persona malata non cerca quasi mai un aiuto Molto frequentemente la persona chiede di essere aiutata
Rapporto con il menarca (primo sanguinamento della donna durante la mestruazione) A volte è correlata e l’anticipa Non ha alcun rapporto con il sanguinamento
Diffusione nei soggetti maschili Anche se l’incidenza è notevolmente inferiore, la malattia colpisce anche i maschi L’incidenza è quasi esclusivamente femminile
Tipologia Può essere acuta o cronica ma non cambia nel decorso Risulta essere di tipo fluttuante
Malattie precedenti La malattia è di origine primitiva (non deriva da nessun altra) Inizia con un episodio di anoressia nervosa diventando una possibile evoluzione della malattia
Disturbi mentali associati (entrambi mostrano uno stato depressivo) Stato di ansia Intenzione a farsi del male
Prognosi Positiva soltanto se gli interventi sono tempestivi Buona in più della metà dei casi, risponde bene alla terapia

 

Terapia

La terapia dell’anoressia mira al raggiungimento di un tetto minimo del 90% il suo peso corporeo rispetto a quello ideale. Il trattamento, visto la diversità delle cause che portano a tale stato deve essere di vari tipi: psicologico, nutrizionale e farmacologica. Negli ultimi anni è stata data molta importanza, nel piano di intervento, anche alle forme di sostegno psicologico-clinico e di psicoterapia; si è dimostrata efficace l’azione di sostegno psicologico e soprattutto quella psicoterapeutica, finalizzata ad indagare e rielaborare le conflittualità emotive e relazionali che si traducono nel rifiuto del cibo. Le psicoterapie possono essere individuali, familiari e di gruppo. Le terapie familiari, sono desiderate dagli stessi componenti del gruppo; esse chiamano in causa l’intero sistema relazionale del gruppo famigliare, solitamente giova di buoni risultati. Negli ultimi anni queste forme terapeutiche si sono giovate anche del contributo dato dai gruppi di auto-mutuo-aiuto, nei quali non esiste la figura del “Terapeuta” intesa in senso classico, ma nella quale il clinico assume invece il ruolo del “Facilitatore”, che stimola i componenti del gruppo al dialogo e alla condivisione delle difficoltà emotive e pratiche. I pazienti diventano così i “terapeuti” di sé stessi.

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