La toccante testimonianza di una mamma che ha lottato accanto alla sua super eroe

La toccante testimonianza di una mamma che ha lottato accanto alla sua super eroe

Sono la mamma di Beatrice che nel 2014 a 14 anni, si è ammalata di anoressia.
Tutto è cominciato alla fine della terza media nel mese di maggio. Fino ad allora Beatrice era una ragazzina solare, molto attiva, brava a scuola, impegnata nella sua squadra di pallavolo. La scoperta del primo amore le aveva regalato momenti di grande felicità, di trepidazione e di consapevolezza di essere grande ormai. In prossimità degli esami Beatrice ha cominciato a vivere in uno stato di ansia, la scuola era diventata fonte di preoccupazione, non era mai abbastanza quello che riusciva a fare. Un senso di insoddisfazione ha cominciato a fare da sfondo alle sue giornate. Davanti allo specchio cercava di rimodellare con le mani le gambe già snelle, non le andavano bene erano diventate brutte. Qualcosa si era inceppato nella ruota del tempo di un’adolescente , Beatrice era sempre più cupa e sofferente.
Ricordo quanto dolore aveva riversato nel tema di italiano intitolato “Lettera segreta ai tuoi genitori” in cui scriveva: “lacrime infinite che bucano lo sguardo e che fanno vedere tutto senza senso. E’ appannato e confuso il mondo con le lacrime negli occhi. Questo è quello che penso in molte occasioni, soprattutto adesso che tutto dipende da me.” Beatrice inizia a mangiare sempre meno, prima in mensa a scuola poi a casa. Il cibo diventa un nemico, gli alimenti come pasta, pane, dolci, pizza sono tutti da evitare.
I pranzi e le cene si trasformano in battaglie tra mamma e papà che chiedono di finire il piatto, di andare più veloce, di bere meno acqua, di fare bocconi più grandi e Beatrice sempre più testarda, nervosa e arrabbiata. Ricordo che davanti al piatto afferrava con le dita un elastico che teneva al polso e lo faceva schioccare sulla pelle. Tempo dopo fu Beatrice stessa a confidarmi che era un sistema trovato su internet per non perdere il controllo sul senso della fame e richiamare la concentrazione sull’obiettivo di non mangiare.
Mi pongo tante domande, perché sta succedendo tutto questo? Dove ho sbagliato? Cosa possiamo fare adesso? Vivo momenti nella speranza che Beatrice possa rinsavire da un momento all’altro mi dico che domani è un nuovo giorno e andrà meglio di oggi perché senza cibo non si può vivere, e poi arrivano i momenti di profonda disperazione perché senza cibo non si può vivere e mia figlia non vuole vivere…
Un grande senso di impotenza invade noi genitori e ben presto ci affidiamo privatamente ad una dietista e una psicologa, arrancando tra visite di controllo, stipula di patti genitore-figlia, buoni propositi, pasti della durata minima di un’ora e mezza, crisi, sfuriate, riconciliazioni.
Con l’arrivo della primavera successiva il peso è ancora inadeguato e inizia il periodo più critico in cui Beatrice perde un chilo a settimana e si rende inevitabile il ricovero in pediatria all’ospedale di Feltre per una severa brachicardia. E’ talmente basso l’apporto calorico che anche il cuore deve ridurre i suoi battiti arrivando quasi alla metà di quelli di una ragazza della sua età. Beatrice deve essere reidratata e monitorata continuamente.
Guardo mia figlia mentre dorme nel letto dell’ospedale, il viso è scavato e pallido, i capelli sottili e diradati, le labbra screpolate, il suo corpicino ossuto sembra sparire sotto le coperte. Il riposo della guerriera. Contro chi stai combattendo Beatrice? Quali mostri ti stanno assalendo e portando via tutte le energie, cosa posso fare, come posso aiutarti e scacciarli via per sempre? Quando riapre gli occhi mi sorride, e il mio cuore, la mia testa, la mia pancia implorano che possa rivolgermi la domanda più bella e semplice del mondo: “mamma, ho fame , che c’è per merenda?” .
Dopo quindici giorni Beatrice viene ricoverata al centro di cura dei disturbi alimentari “La casa delle farfalle” di Portogruaro e intraprende il sentiero della guarigione. E’ un cammino impegnativo, faticoso richiede sacrificio e anche noi genitori cerchiamo di tenere il passo con gli alti e bassi che Beatrice incontra lungo la strada. Possiamo vederla il fine settimana e il lunedì pomeriggio quando si tengono gli incontri con tutte le ragazze ospiti della casa, i genitori e l’equipe medica. Siamo tutti seduti in cerchio, nel mezzo i nostri pensieri prendono forma e si materializzano i dubbi, le ansie, le speranze di tutti noi, il desiderio di capire il perché di questa malattia. Col passare delle settimane le nostre ragazze sembrano rifiorire: le guance un po’ più rosse, i capelli più luminosi, gli sguardi più accesi. Gli occhi truccati, lo smalto sulle unghie. Eccole… le farfalle stanno rinascendo. E quanto sono belle…
Dopo cinque mesi Beatrice è tornata a casa.
Adesso Beatrice sta bene, la ruota del tempo è tornata a girare è un ragazza allegra e sorridente, ha ripreso contatto col suo mondo fatto di scuola, amicizie telefonino sempre attivo ma va bene così . Non mancano le arrabbiature e i contrattempi quotidiani, e si affrontano. Anche le piccolezze sono importanti, niente è scontato. Viviamoci la vita Beatrice, fin qua va tutto bene, andiamo avanti che va tutto bene.
Vorrei ringraziare tutte le persone che in questa avventura ci sono state vicine e in particolare la nostra amica Roberta Gallego che è stata il nostro angelo custode e ha saputo mostrarci la luce nei momenti più bui, il dott. Procaccini di Feltre per la sua grande disponibilità e sensibilità, tutta l’equipe della casa delle farfalle oggi rappresentata dal responsabile dott. Salvo , la struttura è un esempio di eccellenza di professionalità nella cura dei disturbi alimentari, il centro disturbi alimentari di Belluno che tuttora segue Beatrice e tutti i compagni di avventura del centro Margherita che mi hanno aiutato perché poter condividere una sofferenza con chi l’ha vissuta vuol dire anche alleggerirla .
E grazie anche a Beatrice che come un super eroe ha saputo fronteggiare e combattere una malattia mostruosa come l’anoressia , voglio ricordare ai genitori che ora sono in difficoltà che queste ragazze hanno i super poteri non dimentichiamolo mai.

One Response to La toccante testimonianza di una mamma che ha lottato accanto alla sua super eroe

  1. Sono una mamma che ha un figlio di 23 anni che soffre di anoressia da diversi anni. Dopo tanti ricoveri la malattia si fa sentire ancora. Siamo in un vicolo cieco.ho bisogno di un consiglio per aiutarlo
    Grazie a chi mi risponde

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